mercoledì

Erbe selvatiche commestibili

Con questo blog voglio cercare di trasmettere tutto quello che ho imparato sul riconoscere ed usare le numerose e preziose piante selvatiche presenti nel nostro territorio veneto.
Desidero approfondire le propietà officinali, nutrizionali, cosmetiche e gli usi culinari ma anche cenni sulla qualità energetiche, l'essenze delle piante.
In natura ci sono tantissime piante spesso a torto, considerate inutili erbacce, in un percorso che ci aiuterà a ricontattare e a farci nutrire dalla "Madre Terra".

PIANTE DA RAFFREDDAMENTO:

Salvia dei prati (Salvia officinalis)

 I fiori, commestibili, possono essere impiegati come nota di colore in insalate, aggiunti prima di servire, nelle salse e su coppe di frutta e gelato oppure in tisane digestive.  E' ottima in cucina nel soffritto nel minestrone e nelle frittate.CONTINUA 
ROSA CANINA             .  .  .  .  .  .  .  .  . <>
TIMO vulgaris, serpillo, citrodolus         <>
PAPAVERO   fiore e tarassaco  .  .  .  .   <>

Violetta - sciroppo alla violetta

Il profumo della violetta è sedativo. Si utilizza il fiore per preparare uno sciroppo espettorante ed emoliente e  che può essere utilizzato per la preparazione di bevande, creme e dolci da forno. CONTINUA
PRIMULA
EDERA TERRESTRE
TASSO BARBASSO

domenica

Mi curo in modo naturale con le erbe a costo zero

Al giorno d’oggi siamo così abituati ad acquistare infusi e tisane confezionate da non pensare alla possibilità di preparare alcuni di essi a costo zero.

Si possono raccogliere frutti, fiori e foglie da utilizzare freschi o da lasciare essiccare e conservare per i mesi successivi. Ci sono le stesse propietà sia nel prodotto fresco che essiccato poiché cambia solo la quantità di acqua.

Alcune specie vegetali, come la camomilla e la menta, le coltivo facilmente in vaso, altre, come il tarassaco e la malva, si trovano nei nostri giardini e spesso si estirpano come erba infestante, mentre le more le raccolgo durante le scampagnate in compagnia di mio marito o di amiche.

Poi procedo ad essiccare i fiori, le foglie o i frutti raccolti, e mi trovo ad avere a disposizione tutto quello che mi serve per preparare tisane gratis tutto l'anno.

1) Camomilla


E' l’infuso al quale sono più affezionata poiché da bambina la mia  nonna me la preparava prima di dormire.

Oggi la uso ancora in caso di piccoli disturbi come il mal di testa o il mal di pancia poiché mi aiuta nella digestione. Comunque viene usata come antalgico, antinfiammatorio, antisettico, antispasmodico, sedativo, tonico, digestivo, per favorire la comparsa del ciclo mestruale e ha, inoltre, proprietà carminative. In altre parole l'assunzione di Camomilla favorisce l’eliminazione dei gas intestinali.

Ho abbandonato l'abitudine di acquistare l'infuso in bustine scegliendo di coltivare camomilla (Chamomilla matricaria) in vaso.

E’ una pianta molto semplice che ha bisogno di poche cure anzi viene considerata una infestante. L'infuso può essere ottenuto da fiori freschi o secchi. I fiori li faccio  essiccare al sole e poi li conservo  a lungo all'interno di contenitori di vetro ermetici. Quantità: un cucchiaio di capolini freschi o un cucchiaino di capolini secchi per tazza.

2) Malva

Un infuso che nella sua versione confezionata viene solitamente pubblicizzato come emolliente o lenitivo.
I preparati di malva attenuano lo stato di infiammazione della bocca e della gola, sono espettoranti in caso di bronchiti e catarro, calmano le infiammazioni, regolano l’intestino e ne calmano i dolori.
Ho imparato da mia nonna a  prepararne una tazza bollente per sconfiggere lievi episodi di cistite e a berla durante la giornata. Per la preparazione di infusi utilizzo sia i fiori che le foglie di malva (Malva silvestris). La raccolgo facilmente nei prati o lungo i bordi di strade e sentieri di campagna lontani dal traffico. Quantità: 6 gr di fiori e/o foglie per 500 ml d'acqua.

3) Menta

La menta (Mentha piperita) è semplicissima da coltivare in vaso La coltivo sul retro del mio balcone lontano dalla strada. Dalle foglie di menta si ottiene un infuso rinfrescante da consumare preferibilmente tiepido o freddo ed a cui è possibile aggiungere alcune gocce di succo di limone, che daranno un buonissimo sapore. Nel periodo estivo prendo un bel limone e mi faccio una limonata con un litro di acqua e 10 foglie di menta lasciate a riposare per qualche ora nell’acqua. Ne esce una bevanda buona, sana e dissetante. L'infuso di menta può anche essere utilizzato per compiere risciacqui in caso di mal di denti o di infiammazioni gengivali. Quantità: 10 foglie di menta fresca per 500 ml d'acqua.

4) Tarassaco


Il tarassaco (Taraxacum officinale) o dente di leone cresce spontaneamente in prati e giardini e lo raccolgo in primavera in luoghi lontani dal traffico. So che le sue radici possono essere raccolte ed essiccate per la preparazione di infusi dalle proprietà depurative e digestive ma io non lo faccio mai poiché amo lasciare le radici nei campi poiché mi trovo altro tarassaco nei mesi successivi. I fiori freschi invece li utilizzo per la preparazione di tisane nella quantità di 10 per tazza.


5) Mora


Le more di rovo le utilizzo fresche per la preparazione di infusi a costo zero. Nella campagna vicino a casa ci sono molti cespugli. E’ facile raccoglierle  nel corso di una passeggiata. Basteranno cinque more per tazza, da lasciare in infusione in acqua bollente per una decina di minuti per ottenere una bevanda dal gusto gradevole che può essere arricchita con l'aggiunta di una fettina di limone o dolcificata a piacere.


6) Ortica


Le foglie di ortica possono essere raccolte tutto l’anno. E’ difficile trovarne nei mesi invernali ma con l'aiuto di guanti, le lascio poi essiccare per la preparazione di infusi dalle proprietà diuretiche e drenanti. Anche l’ortica la raccolgo in grande quantità  lungo sentieri o in prati lontani dal traffico e poi oltre all’infuso la uso in cucina con ricette deliziose. Le foglie di ortica possono essere utilizzate fresche nella quantità di 10 gr per tazza o di un cucchiaino di foglie sbriciolate nel caso siano state lasciate essiccate.


7) Lavanda


La lavanda (Lavandula angustifolia) può essere facilmente coltivata in vaso oppure raccolta nelle zone in cui la sua crescita è spontanea. Io ne ho un bel cespuglio dietro casa. I fiori li raccolgo di solito  verso la fine dell'estate e li lascio essiccare. Dai fiori di lavanda, nella quantità di un cucchiaino di fiori secchi per tazza, ottengo un infuso dalle proprietà calmanti e rilassanti che bevo alla sera prima di andare a letto con l’aggiunta di altre erbe aromatiche.


8) Salvia


Come la lavanda, anche la salvia (Salvia officinalis) può essere coltivata in vaso, facendo attenzione a potarla di frequente per regolarne la crescita, io la coltivo nel mio orticello. Le sua foglie possono essere utilizzate fresche per ottenere un infuso dal sapore gradevole e dalle note proprietà digestive. Consiglio di utilizzate circa cinque o sei foglie per tazza per la sua preparazione. CONTINUA


9) Melissa


La melissa (Melissa officinalis) può essere coltivata in vaso oppure raccolta in zone di crescita spontanea lontane dal traffico. Le cime fiorite della melissa possono essere essiccate ed utilizzate per la preparazione di infusi rilassanti nella quantità di un cucchiaino per tazza. Allo stesso scopo possono essere impiegate le foglie fresche, nella quantità di 5 gr per tazza.


10) Calendula


I fiori di calendula (Calendula officinalis) e le sue foglie possono essere utilizzate freschi per la preparazione di infusi utili a combattere il raffreddore e di tosse, nella quantità di un cucchiaio per tazza. Può essere coltivata in giardino ma io la coltivo nell'orto poiché è molto utile per fare un orto sinergico. Le sue foglie, come quelle della melissa, possono essere utilizzate in cucina per arricchire minestre e insalate.

giovedì

Salvia dei prati (Salvia officinalis)


La salvia dei prati è una pianta comune, con una buona capacità di diffusione.
Per uso alimentare interessano quasi esclusivamente le larghe foglie della rosetta basale.  I fiori, commestibili, possono essere impiegati come nota di colore in insalate, aggiunti prima di servire, nelle salse e su coppe di frutta e gelato oppure in tisane digestive.  E' ottima in cucina nel soffritto nel minestrone e nelle frittate. Nell'aceto di mele mettere 2-3 rametti di fiorellini lasciarli 8-10 giorni al sole e filtrare. E' un ottimo aceto aromatizzato.
Foglie fritte per un antipasto invitanteLe foglie fritte di salvia sono un piatto insolito ma buonissimo. Le foglie da raccogliere devono essere scelte fra quelle basali molto grandi, ma allo stesso tempo tenere, e devono essere staccate con il picciolo. In una tazza si prepara una pastella piuttosto tenera con farina, sale, un uovo e birra chiara. Si intingono le foglie nella colla, tenendole per il picciolo e poniamole direttamente nella padella. Per friggere si usa olio di oliva bollente così da far loro prendere colore. Si asciuga con carta assorbente e servono ben calde spolverandole con un formaggio fresco.
Torta salata di salvia pratense e altre erbe
Chi ha la passione della raccolta delle erbe spontanee, spesso rientra a casa con cesti ricchi e variati. Con circa mezzo chilo di erbe di campo, dove a far da padrona sarà la salvia dei prati, si può preparare in poco tempo un’ottima torta salata. Si mondano le erbe, sciacquandole abbondantemente, si lessano in pochissima acqua, si tritano finemente (circa un centimetro) e si passano in padella con olio di oliva e aglio schiacciato, peperoncino e spezie a piacere. Si tiene il tutto mescolato per far sì che la verdura asciughi il più possibile senza attaccare al tegame e bruciare. In una terrina si mescolano con ricotta, uova, sale, e, a piacere, speck o prosciutto a dadini. Nella teglia da forno si stende la pasta sfoglia sottile, si dispone il ripieno e si richiude la pasta a tasca. Si buca la sfoglia con la forchetta e si mette nel forno a 200°C. Quando la pasta si è sollevata si abbassa il forno e si continua la cottura fino a far dorare la torta.
L’utilizzo
La si mette negli armadi per profumare la biancheria e tenere lontano le tarme. Si utilizza l’azione antimicrobica dell’acido rosmarinico come conservante alimentare. Si strofinano le foglie sui denti per sbiancarli. Altri usi della tradizione popolare vedono l’impiego delle tisane per gargarismi nelle infiammazioni della bocca, bevuta come digestivo e contro le flatulenze (eccessive produzioni di gas intestinali) e diarree. Queste azioni si eserciteranno anche mettendo delle foglie a macerare in vino e liquori, che ne verranno anche aromatizzati .
Altri utilizzi della tisana sarà la già citata azione antiasmatica, riducente la produzione di catarro, o per diminuire la sudorazione eccessiva.
 E' importante l’azione di un ormone fondamentale, come l’estrone, per la regolazione delle mestruazioni, gravidanza , allattamento, cioè alla femminilità; tutte le turbe della menopausa, delle mestruazioni e come potente coadiuvante delle terapie ormonali. Per la menopausa si usa 1 cucchiaio di artemisia vulgaris 1 cucchiaio di salvia in infusione in un litro d'acqua che poi si beve durante il giorno.
Per il mal di gola si mette in infusione in una tazza 8 foglie di salvia officinalis, si lascia in infusione per 30 minuti poi si filtra si aggiunge 1/2 succo di limone e 1 cucchiaio di miele.
Riducendo le dosi a 5 foglie, 1 fettina di limone e 1 cucchiaino di miele diventa un buon aperitivo e digestivo.
Per la bronchite, catarro ed asma si mette in infusione in una tazza 50gr. di salvia 25 gr. di fiori di sanbuco e 25 gr. di timo. Poi filtrare e mettere un po' di miele.

Violetta - sciroppo alla violetta

Il profumo della violetta è sedativo. Si utilizza il fiore per preparare uno sciroppo espettorante ed emoliente e  che può essere utilizzato per la preparazione di bevande, creme e dolci da forno. Per la preparazione dello sciroppo  occorrono 25 grammi di violette, 100 millilitri d'acqua bollente e 200 grammi di zucchero di canna o miele.
I fiori di violetta devono essere ricoperti con acqua bollente e lasciati in infusione per minimo 12 ore coperti con un tovagliolo.
Quindi devono essere trasferiti in un pentolino, all'interno del quale versare lo zucchero di canna o il miele. Il miele deve essere sciolto completamente a bagnomaria (ponendo il pentolino in una pentola contenente acqua bollente.
Lo sciroppo raffreddato e versato in una bottiglietta va conservato in frigorifero o comunque in un luogo fresco dura per un anno.

domenica

Nucleare. Francescato: no al ‘bidone atomico’ di Berlusconi

La portavoce nazionale dei Verdi Grazia Francescato ha aperto ieri la diretta contro il nucleare NO NUKE LIVE del Sole che ride con un deciso “No al bidone atomico che il Governo Berlusconi vuole rifilare all’Italia”. Alla no stop dei Verdi che ha gia’ raggiunto oltre 10.000 contatti hanno gia’ partecipato oltre alla Francescato, Gianni Mattioli, Monica Frassoni, Paolo Cento, Angelo Bonelli, Erasmo Venosi, Roberto Musacchio. Sono inoltre previsti gli interventi telefonici di Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente e di Jacopo Fo. “Il nucleare e’ un salto indietro nel tempo di trent’anni e mi riporta alla mia gioventu’ quando, nel ’77 sfilavamo con i leader storici dell’antinuclarismo, da Gianni Mattioli a Nicola Caracciolo, insieme agli ‘Indiani metropolitani’ e decine di migliaia di cittadini davanti alla centrale di Montalto di Castro - spiega la leader del Sole che ride nel corso del suo intervento -. Oppure alle grandi mobilitazioni del dopo Chernobyl che hanno portato alla vittoria del referendum contro l’atomo dell’87. Ma se e’ importante non perdere la memoria delle battaglie del passato, non possiamo certo fermarci al ‘come eravamo’. Dobbiamo dare nuove motivazioni al nostro No al nucleare - ha aggiunto la Francescato -. Per esempio smontare ad uno ad uno i falsi miti che si sono addensati sul cosiddetto revival del nucleare: dal fatto che ci aiuterebbe a combattere il cambiamento climatico, perche’ non produce Co2 (il che e’ vero per i singoli impianti ma non per l’intero ciclo) alla presunta indipendenza energetica che l’atomo ci garantirebbe (mentre l’Italia non ha uranio e se lo deve andare a cercare in Canada Niger e Kazakistan); dalla conclamata affidabilita’ della cosiddetta quarta generazione (che pero’ non esiste e arrivera’ tra 30 anni se tutto va bene!) alla sbandierata convenienza economica (in realta’ i privati non potranno sostenere i costi che, ,sono altissimi, un minimo di sei miliardi per ogni nuova centrale ed alla fine pagheranno i cittadini). Ma non basta dire no - ha concluso la Francescato -. Occorre dare un’alternativa: I Verdi lo fanno da oltre 20 anni indicando la strada dell’efficienza energetica e delle rinnovabili, oggi percorsa con grande convinzione da leader mondiali che sanno realmente costruire il futuro come Barak Obama”.

Riutilizzo centrale nucleare in Austria

Ecco una notizia sfuggita ai giornali italiani!
Strade nuove e antiche per la produzione di energia elettrica
La società produttrice di energia elettrica svizzera Rätia Energie intende partecipare alla costruzione di una centrale a carbone a Brunsbüttel, in Germania. Rätia Energie motiva la sua scelta sostenendo che non è possibile coprire il 100% del fabbisogno di energia elettrica con fonti rinnovabili. Le associazioni ambientaliste si oppongono drasticamente agli investimenti nelle centrali a carbone, che sono tra gli impianti di produzione di energia elettrica a maggiore intensità di emissioni di CO2. Il WWF esorta pertanto il Consiglio nazionale a intervenire presso i cantoni per una moratoria delle centrali a carbone.La società austriaca EVN si accinge invece a percorrere strade inedite. La centrale nucleare di Zwentendorf non è mai entrata in funzione a causa di un referendum. Nel giro di alcuni mesi l'impianto prenderà vita, solo che invece di energia nucleare produrrà energia solare. In una seconda fase l'impianto verrà potenziato con una centrale a biomasse.Info: http://wpop15.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=xwGmM6XP/6pyIeXl4cHnc%2BcQAXGhzS5maqnCdlzir2idcxGVlvTtcxYgOBnckWJO&Link=http%3A//www.tagblatt.ch/aktuell/ostschweiz/ostschweiz/Ostschweiz%3Bart639%2C1042187 (de), http://wpop15.libero.it/cgi-bin/vlink.cgi?Id=xwGmM6XP/6pyIeXl4cHnc%2BcQAXGhzS5maqnCdlzir2idcxGVlvTtcxYgOBnckWJO&Link=http%3A//www.lemonde.fr/planete/article/2008/11/11/l%2Dautriche%2Dconvertit%2Dsa%2Dcentrale%2Dnucleaire%2Dfantome%2Da%2Dl%2Denergie%2Dsolaire_1117221_3244.html%23ens_id%3D1116122 (fr)

venerdì

Una necessaria riflessione

di Giorgio Nebbia
Un’analisi dei veri costi e dei veri benefici dell’adesione alle iniziative per rallentare i mutamenti climatici mostrerebbe che l’Italia ne trarrebbe non danni, ma ricchezza, in particolare nel Mezzogiorno.
Francamente non sono riuscito a capire perché il governo italiano si sia dato tanto da fare, nell’ottobre 2008, per impedire l’approvazione delle iniziative europee per frenare l’aumento della concentrazione nell’atmosfera dei gas serra responsabili dei cambiamenti climatici. La proposta, nota anche come “pacchetto 20-20-20” prevede l’adozione di norme e azioni tecniche e merceologiche che consentano, da oggi al 2020, di diminuire le emissioni di anidride carbonica e di gas serra nell’atmosfera del 20 percento rispetto al 1990, di diminuire del 20 percento i consumi di energia e di aumentare al 20 percento del totale i consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili (Sole, vento, biomasse, idrica). Alcuni paesi europei, con l’Italia in testa, hanno dichiarato che non intendono adeguarsi alle nuove norme perché i costi sarebbero troppo alti per la loro economia e per le loro imprese.
Il cambiamento proposto certamente costa dei soldi perché richiede la modificazione dei cicli produttivi; la diminuzione dei consumi energetici per unità di merce o di servizio; la filtrazione, con costose tecnologie, dei gas dai camini o l’acquisto di “licenze di inquinare”; la razionalizzazione dei trasporti; tutto questo, secondo alcuni, renderebbe meno competitive le nostre merci nel mercato internazionale, costringerebbe molte imprese a chiudere e licenziare i dipendenti, farebbe diminuire i consumi interni e aumentare il prezzo delle merci e delle case, eccetera.
C‘è stata una vasta discussione di quanti euro all’anno verrebbe a costare, per ciascun paese, tale transizione. Sono circolati numeri controversi; stime corrette richiederebbero di valutare quanti gas serra vengono emessi e quanta energia viene consumata, in ciascun processo di produzione e di consumo; quanti per ogni chilo di grano prodotto o di chilometro percorso da una automobile, o per ogni chilo di acciaio o di plastica o di cemento; poi bisognerebbe prevedere realisticamente quanto grano, quante automobili o frigoriferi, e di quale tipo, quanto acciaio o plastica sarà opportuno produrre da qui al 2020; poi quanto costerà, da qui al 2020, il petrolio, quella bizzarra merce il cui prezzo è stato capace di dimezzarsi in appena due mesi dal luglio all’ottobre 2008.
Conti corretti e previsioni ragionevoli possono mostrare che la transizione per attenuare i danni dei mutamenti climatici nei prossimi dodici anni rappresenta non un costo per il paese, ma una straordinaria occasione per l’ammodernamento e la razionalizzazione dell’economia, per rendere più competitivi i nostri prodotti nei mercati internazionali e in quello interno, adeguandoli agli standard ambientali di altri paesi, nostri concorrenti. La diminuzione dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra è realizzabile con la progettazione e costruzione di nuove automobili, di nuovi frigoriferi, di nuove merci, di nuovi edifici, con il cambiamento di innumerevoli oggetti oggi incapaci di soddisfare le nuove domande di vincoli ambientali dei paesi industriali e di quelli emergenti, con aumento dell’occupazione.
Una sfida che contribuirebbe a riscoprire la centralità della “fabbrica”, l’importanza della ricerca nelle Università, nelle stesse imprese. Senza contare le prospettive di innovazione, di occupazione e di affari contenute in una adesione a quella parte del “pacchetto clima” che prevede di far dipendere l’Europa per il 20 % dalle fonti energetiche rinnovabili. Si pensi alle prospettive dell’energia solare anche nella progettazione di edifici a basso consumo energetico, in una nuova urbanistica, alle prospettive di utilizzazione delle risorse idriche nelle zone interne del paese, di valorizzazione delle risorse energetiche offerte dal vento e dalla biomassa vegetale. Senza contare, infine, il valore, in soldi, che si ha evitando frane e alluvioni, siccità, impoverimento della fertilità dei suoli, diminuzione delle rese agricole per la mancanza di acqua, tutte inevitabili conseguenze degli inarrestabili mutamenti climatici; che si ha diminuendo l’inquinamento dovuto all’uso dei combustibili fossili che, oltre all’anidride carbonica, immettono nell’atmosfera sostanze dannose per la salute. Una realistica analisi dei veri costi e dei veri benefici dell’adesione alle iniziative per rallentare i mutamenti climatici mostrerebbe che l’Italia ne trarrebbe non danni, ma ricchezza, in particolare nel Mezzogiorno, ricco di Sole e di lavoro.

martedì

I CONSULENTI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA STRONCANO IL PROGETTO DI RICONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE DI PORTO TOLLE

I CONSULENTI DELLA PROCURA DELLA REPUBBLICA STRONCANO IL PROGETTO DI RICONVERSIONE A CARBONE DELLA CENTRALE DI PORTO TOLLE CLAMOROSO DOCUMENTO RECUPERATO DA COMITATI E ASSOCIAZIONI PRESSO IL MINISTERO DELL'AMBIENTE
Tutte le perplessità da noi evidenziate nelle osservazioni, trasmesse nel gennaio scorso alla Commissione VIA nazionale sul progetto di trasformazione a carbone della centrale termoelettrica di Polesine Camerini in merito all'insufficienza dei sistemi di controllo e di monitoraggio degli inquinanti emessi in atmosfera, all'inadeguatezza delle diverse soluzioni ipotizzate per il transito di bettoline nelle lagune del Delta, e in generale ai rilevanti impatti ambientali e sanitari dell'intervento, trovano ora conferma in un documento autorevole e al di sopra di ogni sospetto.
Si tratta di uno studio dettagliato sul progetto Enel, attualmente in discussione presso il servizio VIA della Regione Veneto, redatto da tre esperti altamente qualificati nominati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Rovigo.
Di questo documento si è entrati in possesso nei giorni scorsi, grazie ad un "blitz" che ci ha costretto a recarci presso il Ministero dell'Ambiente, dopo oltre due mesi dalla prima richiesta di accesso agli atti e non poche difficoltà e traversie per ottenerne il rilascio di copia.
E' così che si è potuto apprendere dell'azione promossa dalla Procura di Rovigo che già dal giugno di quest'anno ha affidato l'incarico di esaminare il progetto di riconversione a carbone della centrale ai consulenti Ing. Alfredo Pini, all'Ing. Paolo Rabitti e al Dott. Stefano Scarselli, ossia agli stessi esperti che nel marzo 2006 avevano accertato le responsabilità degli amministratori delegati di Enel e dei direttori della centrale per il funzionamento pregresso dell'impianto di Porto Tolle nel processo svoltosi ad Adria, terminato con la nota condanna del Tribunale per molestie alle persone residenti in prossimità del sito, danni alle proprietà pubbliche e private, peggioramento dell'inquinamento atmosferico, con la liquidazione di un risarcimento di quasi 3 milioni di euro complessivi a titolo provvisionale.
Per la stesura della relazione citata, consistente in un fascicolo di 80 pagine dattiloscritte, i consulenti hanno analizzato approfonditamente tutto il progetto, verificato la veridicità delle affermazioni riportate, il regolare adempimento al quadro normativo di riferimento e, infine, la convenienza dell'effettiva realizzazione dello stesso, proprio in un contesto così delicato e precario com'è appunto il Delta del Po.
Le conclusioni formulate dai tre esperti mettono in luce tutte le gravi carenze del progetto Enel e fanno emergere rilevanti aspetti di criticità che fino ad ora non erano stati opportunamente considerati.
Informiamo che, poiché non ci risulta che le amministrazioni comunali interessate (e comunque non quelle da noi consultate) siano state informate dell'esistenza di questo importante documento che pur risulta agli atti della procedura di V.I.A., ci faremo carico di consegnare tempestivamente lo stesso a tutti i soggetti pubblici e privati che manifestano interesse, compreso sicuramente i sindaci di Rosolina, Loreo e Taglio di Po, i quali hanno sino ad oggi manifestato un serio coinvolgimento e la decisa presa di posizione nel voler essere parte attiva nel procedimento di valutazione del progetto, al fine di garantire in primis la salute pubblica dei loro concittadini e un futuro coerente con le caratteristiche del nostro territorio.
7 ottobre 2008
Firmato:
Giorgio Crepaldi (presidente comitato "cittadini liberi - P.Tolle");
Donata Fischetti (presidente Italia Nostra sez. Rovigo);
Eddi Boschetti (presidente WWF sez. Rovigo);
Renzo Ghezzo (operatori turistici di Rosolina Mare e Albarella);
Luigi Flamini (Coordinamento dei comitati della provincia di Rovigo, di Cavarzere e Cona).-

lunedì

Cancro, meno decessi grazie alle cure ma casi in aumento




dal giornale ARENA domenica 12 ottobre 2008 cronaca pag. 13
Cancro, meno decessi grazie alle cure ma casi in aumento
Di tumore si muore sempre meno, in Italia come nel resto d’Europa, anche se i nuovi casi continuano ad aumentare.L’Italia, con la Francia, è in prima fila per stile di vita corretto, dall’alimentazione alla riduzione dell’alcool.Sono incoraggianti i dati emersi ieri all’apertura del convegno dell’Associazione Italiana di Oncologia Clinica (Aiom), anche se c’è ancora molto da fare: se la sopravvivenza è in aumento e le persone guarite dalla malattia sono circa 1,7 milioni, i nuovi casi registrano un incremento costante.SI MUORE MENO. Nel 2007 le morti per tumore in Italia sono state 140.000 e si stima che nel 2008 potranno ridursi a 125.000. Una tendenza confermata nel resto d’Europa, dove negli ultimi 20 anni i decessi per tumore mostrano una riduzione pari al 20%, per un totale di dieci milioni di persone. Oggi in Italia la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è del 45,7% negli uomini e del 57,5% nelle donne per tutti i tumori esclusi quelli della pelle, pari al 15% in più rispetto al 1985. Anche la sopravvivenza a dieci anni è in aumento (6%). AUMENTANO I CASI. Si stima che i 240.000 casi registrati in Italia nel 2007 possano diventare 250.000 nel 2008. Tra le prime cause: invecchiamento della popolazione, allungamento della vita media, esposizione a fattori di rischio.TUMORI IN DIMINUZIONE. Si riducono i casi di tumore del polmone negli uomini, che fumano meno, e da 50 anni stanno diminuendo i casi di cancro dello stomaco, soprattutto perchè si beve acqua più pulita e libera dal batterio Helicobacter pylori, riconosciuto tra le cause di questa forma di tumore.Dieta, diagnosi e terapia migliori hanno ridotto i casi di tumore dell’intestino. In calo anche tumori di seno, testicolo, linfomi di Hodgkin e leucemie .SOPRAVVIVENZA. Buone prospettive di sopravvivenza a cinque anni per i tumori di labbro (89,5%), pelle (79% per gli uomini e 87% per le donne), seno (82,6%), utero (75,9%), prostata (78,5%), testicolo (88,1%), tiroide (79,1% per gli uomini e 88,1% per le donne) e linfomi di Hodgkin (80%). La sopravvivenza migliora negli uomini soprattutto per la riduzione dei casi di cancro di polmone e stomaco; nelle donne in calo i casi di tumore di seno e stomaco. Si muore di più per mesoteliomi (8,2% di sopravvivenza), tumori di esofago (11,5%), fegato (10,5% per gli uomini e 11,6% per le donne), vie biliari (13,7%), pancreas (5,1% per gli uomini e 7,8% per le donne), polmone (11,9% per gli uomini e 15,3% per le donne) ed encefalo (18,9% negli uomini e 20,4% nelle donne).
FATTORI DI RISCHIO IN CALO. In Italia l’inquinamento urbano si è ridotto rispetto agli anni ’50 e ’60. «Oggi i valori più alti si registrano nella valle Padana, per la mancanza di vento», ha osservato il direttore del dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto Mario Negri di Milano, Carlo La Vecchia. «In ogni caso è necessario ridurre il particolato urbano, la cui causa principale sono i motori diesel, per evitare malattie broncopolmonari e cardiovascolari». In calo anche i rischi legati all’alcool: «Il consumo è dimezzato e mentre in passato l’Italia era il Paese più a rischo per i tumori di fegato, cavo orale, esofago, laringe e seno, negli ultimi 20 anni è passata al più basso consumo in Europa insieme alla Francia».